Santuario di San Girolamo Emiliani
Santuario di San Girolamo Emiliani

Santuario di San Girolamo Emiliani

Il santuario

Nella Valletta ai piedi dell’altura su cui sorge la Rocca di Somasca, si trova un luogo di devozione scelto come sede delle opere di carità di San Girolamo.

San Girolamo Emiliani

Girolamo Emiliani, o più propriamente Miani, nasce a Venezia nel 1486 ultimo di quattro figli di Angelo, patrizio veneziano, e di Eleonora Morosini, discendente di dogi. La variante Emiliani del cognome è dovuta a un improbabile collegamento, nell’intento di nobilitarne le origini, con una più antica gens Emilia romana; Girolamo e i suoi parenti utilizzarono però sempre la forma originale.

Nel 1509 si mette al servizio della Repubblica di San Marco e nel 1511, durante la guerra tra Venezia e la Lega di Cambrai, oltre a perdere il castello di Castelnuovo di Quero sul Piave, viene cattruato e improgionato e solo dopo un mese riesce a fuggire. Secondo gli agiografi, Girolamo fece voto alla Madonna di abbandonare, nel caso della sua liberazione, lo stile di vita disordinato condotto fino a quel momento. La Vergine esaudì le sue preghiere, lo liberò dalle catene, aprì la porta della cella e lo fece passare inosservato attraverso le linee nemiche.

Nel 1531 decise di abbandonare il “mondo” e, pur rimanendo laico, si dedicò alla missione di condividere la vita con i poveri e fare comunità con gli orfani. Come memebro del movimento del Divino Amore, Girolamo diventò un abile organzizatore delle opere di carità a Venezia. La fama acquisita, lo porterà per le città della Lombardia e del Veneto, chiamato dai vescovi ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi.

In questo periodo, attorno a Girolamo si crea un grande seguito di collaboratori ed alcuni di essi decidono di condividere il suo stile di vita. Nasce così, nel 1532, La Compagnia dei servi dei poveri, ora Padri Somaschi. Gli ultimi anni della vita Girolamo li passò a Somasca, dove viveva con i suoi orfani nella località della Valletta. Proprio a Somasca Girolamo muore nel 1537 dopo aver contratto la peste dai malati che stava accudendo durante una terribile pestilenza diffusasi nella Val San Martino.

Venerato come santo dal 1767, nel 1928 viene proclamato patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.

I padri Somaschi

Girolamo, sempre più attorniato da collaboratori, laici e sacerdoti, decide, nel 1532 a Merone in Brianza, di dare a questo gruppo un’organizzazione, scegliendo per loro il nome di servi dei poveri. La Compagnia aveva il fine di occuparsi dei disagiati trascurati dalla società: orfani, prostitute e malati terminali.

Girolamo arriva in Val San Martino nel 1534, alla ricerca di un luogo per i suoi compagni. Su un promontorio roccioso si elevano i ruderi di un vecchio castello abbandonato e, poco al di sotto, una spianata, la Valletta, che offre un posto adatto per ospitare gli orfani. Qui Girolamo apre una scuola e una sorta di seminario per la Compagnia e, per la sua grande devozione agli angeli custodi, ne affida la protezionem alla Vergine, allo Spirito Santo e all’Arcangelo Raffele.

La nuova famiglia religiosa sarà approvata da papa Paolo III nel 1540 ed elevata a Ordine religioso nel 1568, con il nome di Chierici Regolari di Somasca, da papa Pio V. Nel corso dei secoli l’Ordine continuò il percorso del suo fondatore, aprendosi al ministero pastorale e all’istruzione della gioventù negli orfanotrofi, nei collegi e nei seminari. Nel tempo i Somaschi vennero più volte uniti ad altri ordini.

Nel 1769, inoltre, con la soppressione dei piccoli conventi decrettata dalla Repubblica di Venezia, inizò un lungo periodo di crisi perché alle soppressioni venete seguirono quelle volute da Giuseppe II e da Napoleone, nonché quelle del Regno d’Italia del biennio 1866-1867. L’ordine inizò a riprendersi nel 1925, quando vennero aperte le prime scuole apostoliche.

Tra i membri illustri dell’ordine figurano il librettista Carlo Innocenzo Frugoni, lo storico Primo Luigi Tatti e i filosofi Jacopo Stellini e Francesco Soave che fu maestro di Alessandro Manzoni presso il collegio di Merate. Oltre al Manzoni, tra gli allievi dei Somaschi, si ricordano san Luigi Guanella e il beato Giovanni Battista Scalabrini.

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